Renault twizy

Ho provato la Renault Twizy in ambito urbano grazie al progetto di car sharing bee.it. (maggiori info sul sito). Un'"auto" interessante anche se con un preciso scopo: la mobilità urbana. Collocarla nel segmento sbagliato può deludere le aspettative e non far apprezzare quanto di buono c'è in questo progetto Renault.

Esterni
La macchina è una 2 posti in linea (tipo scooter), compatta e 100% elettrica. Misura 2,34m in lunghezza, 1,23 in larghezza e 1,46m in altezza per un peso di circa 450Kg (comprese le batterie). Rispetto ad una Smart fortwo è più corta di 35cm, più stretta di 33cm e più bassa di 10cm pesando ben 300Kg in meno!
È omologata come quadriciclo pesante (serve la patente A1, A o B) e la sensazione "esterna" è quella di una di quelle macchinette che si guidano a 16 anni con la patente A.
In realtà è molto più scarna di queste: l'abitacolo è minimale, le plastiche sono dure al tatto e l'imbottitura dei sedili è piuttosto rigida. Il posto del passeggero è praticamente ricavato nel vano posteriore, con le gambe a cavalcioni sul tunnel centrale.
Non sono previsti finestrini laterali ma solo l'ampio lunotto frontale (con tanto di tergicristallo e spruzzo d'acqua). Grazie a (o a causa di) questo non è presente una maniglia esterna: per aprire l'auto si infila la mano dentro e si tira la leva interna. Questo sblocca la porta che si apre stile ala di gabbiano con un movimento verticale, senza richiedere spazio laterale.
La protezione dal flusso d'aria è buona per il guidatore, un po meno per il passeggero. Bisogna andare decisamente coperti se si usa d'inverno (come se si fosse su uno scooter).
La pioggia (se poco intensa) non entra se non in minima parte: c'è molto spazio tra il sedile (anteriore) e la porta. E la carrozzeria ampia sopra la testa fa da discreto ombrello. Il sedile posteriore è avvolto dalla carrozzeria e quindi meglio protetto.
Sono disponibili come accessori una sorta di finestrini di plastica con cerniera. Non chiudono completamente lo spazio laterale ma permettono una buona protezione dal freddo esterno.

Interni
L'equipaggiamento è veramente essenziale: una plancia di plastica rigida con due vani portaoggetti laterali, di cui uno chiuso a chiave. Il cruscotto ha un display digitale che riporta le indicazioni della velocità, della marcia (avanti o indietro), il consumo istantaneo o la rigenerazione (in rilascio), lo stato di carica della batteria (in modo grafico) e l'autonomia stimata in km.
È presente un volante tradizionale compreso di airbag e due leve multifunzione: a sinistra la gestione delle luci e degli avvisi sonori; a destra tergicristalli e lavavetri. Non manca la segnalazione di avaria (quattro frecce lampeggianti) ed il clacson. A questo si aggiunge un cicalino attivabile manualmente per avvisare chi ci sta attorno (soprattutto i pedoni) che ci stiamo muovendo. L'auto non emette alcun rumore quando accesa (non si sente il motore "in moto") e inizia a muoversi da ferma in totale silenzio.
In basso sono presenti due pedali tradizionali: acceleratore e freno. Manca la frizione in quanto l'auto prevede un cambio monomarcia. Tramite un tasto sulla plancia (e non una più intuitiva leva) si può selezionare la marcia avanti o quella indietro. L'indicazione della modalità corrente appare sul display.
Come detto i sedili sono messi sulla stessa fila, con quello del guidatore decisamente più curato. C'è la possibilità di regolare la distanza dai pedali e la cintura di sicurezza è divisa in due: una parte fissa sotto cui inserire la spalla destra e l'altra da tirare dal lato sinistro e agganciare in basso, vicino al fianco destro.
Il sedile passeggero è praticamente ricavato nello spazio rimanente: chi ci sta dietro siede praticamente poggiato con la schiena contro la carrozzeria con una mini imbottitura rigida sulla seduta e una seconda nella zona dorsale. Non il massimo del confort, tenendo presente che anche la protezione aerodinamica è scarsa per chi sta dietro.
La macchina, nonostante le dimensioni esterne minime, dà una certa sensazione di ariosità. C'è spazio tra la testa e il tetto (almeno per chi non supera gli 1,80m) e il parabrezza è molto bombato e largo. Ciò consente una protezione aerodinamica maggiore di quella di un paravento da scooter e ha permesso di lasciare ampio spazio tra le porte e il sedile guidatore. Spazio che può essere utilizzato per riporre qualche busta o anche un trolley. Ad occhio e croce ci entra una valigia in formato bagaglio a mano da aereo su ogni lato.
Viaggiando da soli si può sfruttare anche il posto passeggero come baule con un'ottima capienza date le dimensioni. Quando si è in due lo spazio di carico rimane comunque nella sufficienza sfruttando lo spazio laterale

Al volante
Avere a che fare per la prima volta una macchina elettrica, soprattutto di queste dimensioni, è diverso dalle utilitarie a cui ero abituato. Pedali e sterzo "automobilistico" ti fanno sentire a casa ma le sensazioni e la dinamica sono completamente diversa.
Per prima cosa manca del tutto il rumore del motore. La cosa si nota nelle partenze e a velocità di manovra: acquistando velocità si sentono il rumore di rotolamento delle ruote e quello di rotazione del motore.
Totalmente assenti sibili o rumori dalla parte elettrica dell'auto (motore e batterie).
L'assetto è molto duro e fa vibrare e sobbalzare la macchina sulle irregolarità della strada. Questo unito al sedile con imbottitura rigida da sensazioni comparabili a quando si prendono le buche con una bicicletta. Solo che con la Twizy si può andare abbastanza più veloce.
Di contro l'auto non si scompone in curva e ha un rollio nullo. Un compromesso tra confort e dinamica di guida necessario per un'auto così piccola e leggera con prestazioni di rilievo. La velocità massima è di 80Kmh con autonomia di 80km usando uno stile di guida parsimonioso. La distanza percorsa decresce con l'aumentare del brio nella guida.
La guida sembra quella di una macchinetta da autoscontro, ricarrozzata per la strada. Il pedale dell'acceleratore è progressivo partendo piuttosto "vuoto" nella prima parte della corsa e diventando più diretto man mano che viene premuto. Ciò per consentire di dosare bene la potenza nelle manovre a bassa velocità (tipo i parcheggi) evitando di farsi schizzare l'auto da sotto i piedi. Si, perché la coppia del motore elettrico è veramente esuberante. Soprattutto in un'auto così leggera. Schiacciando a fondo il pedale al verde del semaforo la partenza è bruciante. Si lasciano indietro tutte le alte macchine con motori tradizionali e ci avvicina in un attimo ai 40Kmh, dopo di che la spinta cala decisamente. L'accelerazione, e quindi la potenza istantanea richiesta, vengono indicati sul display attraverso tre tacche che si accendono in sequenza man mano che premiamo il pedale e il consumo aumenta. Un'utile informazione che sembra banale ma che alcune volte ci dimentichiamo: più facciamo girare veloce il motore e maggiore è il consumo energetico (sia nei motori elettrici che in quelli termici).
Manca del tutto il pedale della frizione e, al suo posto, è presente un comodo appoggio. Per i più "progressisti", è possibile usare il piede sinistro per frenare mentre il destro rimane sull'altro pedale per accelerare. Ci si deve fare l'abitudine ma può essere comodo non dover spostare il piede continuamente tra acceleratore e freno nella marcia in colonna.
Non è presente il servo-freno e il pedale risulta un po' artificiale: la frenata è lineare e non progressiva. Nelle auto in cui questo è presente più ci si avvicina a fine corsa del pedale e più la forza frenante aumenta. Il rallentamento è proporzionale a quanto a fondo si preme il freno: l'eventuale forza aggiuntiva richiesta per ridurre la velocità viene fornita dal servo-freno. Viceversa, sulla Twizy, si deve premere con forza il pedale per avere una decelerazione (soprattutto quando si va a velocità da strada extraurbana) anche se sembra che siamo alla fine della corsa del pedale.
Anche lo sterzo è direttamente collegato alle ruote senza nessun "aiuto" ad addolcire la manovra.
Entrambi i compromessi sulla servoassistenza non compromettono più di tanto la qualità della guida: l'auto è leggera e la manovra è comunque agile. E, per lo stesso motivo, non è richiesta una grossa forza frenante per fermare la vettura. Inoltre si deve considerare che l'uso è prevalentemente urbano, fattore che ne limita le velocità raggiungibili.
Il raggio di sterzata è veramente ridotto, solo 3m: si fa inversione in un fazzoletto.
Per le soste è presente un freno di stazionamento posizionato sotto il piantone dello sterzo che ha la forma di una cloche con un pulsante da premere per lo sgancio. Ricordandoci che l'auto può essere accesa senza sentire alcun rumore, nel momento in cui il freno a mano è sganciato e non c'è nessun pedale premuto, sentiremo un bip che ci avvisa della situazione.
Il rallentamento, come in tutte le elettriche, può essere utilizzato per generare corrente. Guidando in modo accorto e rilasciando l'acceleratore in anticipo rispetto al punto in cui ci dobbiamo fermare (ad es: il rosso di un semaforo), si ricaricano le batterie. Sul cruscotto la cosa viene indicata con una freccia di verso contrario rispetto a quelle del consumo, che punta verso la batteria. Un modo simpatico per indicarci che stiamo accumulando energia.

Conclusioni
La Twizy è auto con una forte specificità: gli attuali limiti tecnici dei propulsori elettrici e, soprattutto, delle batterie pongono dei vincoli non facilmente superabili.
Tutto ruota intorno al contenimento del peso: una macchina leggera può muoversi consumando meno energia. Si risparmiano kg di batterie aggiuntive e si risparmiano i relativi costi, con un abbattimento del prezzo finale di acquisto. Stesso ragionamento per il motore che deve erogare meno potenza a parità di velocità raggiunta.
Partendo da questi punti fermi, si è ottimizzata la macchina per un'utilizzo specifico che, vista la conformazione, non può che essere quello urbano. Piccoli spostamenti casa-lavoro o casa-stazione.
Allora via i servizi "inutili": sedili e plancia ridotti al minimo. Via l'impianto di aerazione/climatizzazione. E via i finestrini per non avere il problema dell'appannamento di un'abitacolo chiuso.
Peso leggero significa anche meno sforzi meccanici, quindi sono state tolte le servoassistenze a freni e sterzo. Manca anche l'ABS.
Quello che resta è un ottimo veicolo per la mobilità urbana, con le piccole ruote ai lati della carrozzeria per la massima agilità. L'altro lato di questa medaglia è la necessità di irrigidire l'assetto all'estremo per garantire un buon comportamento in strada anche quando le velocità sono da strada extraurbana e si prende una curva in modo troppo "allegro".
Fino a 30Kmh l'auto è praticamente inudibile (eccetto quando si passa su buche o sanpietrini) coperta dagli altri rumori della strada. Arrivando ai 40Kmh-50Kmh i rumori aumentano, mentre superando questa velocità il rotolamento delle ruote e del motore e i fruscii aerodinamici arrivano in pieno senza essere minimamente attutiti. È come andare in moto senza il casco che filtra i fastidi esterni.
Nonostante il compromesso sul confort, soprattutto avvicinandosi alla velocità massima, il risultato mi sembra ben riuscito.
Una macchina piccola, leggera, scattante che si muove agile nel traffico con un'autonomia di 80Km. Rispetto ad uno scooter si sente lo stesso freddo d'inverno ma la protezione in caso di urto è molto superiore.
Anche non raggiungendo gli 80Km del caso ideale, 50Km-60Km sono parecchio più di quanto ognuno di noi fa nei tragitti quotidiani. Anche per alcuni pendolari.
Un acquisto consigliato per chi ha compreso appieno cosa offre e, soprattutto, cosa manca alla Twizy e la sua destinazione d'uso che è molto specifica. Non è un'auto da famiglia ma, piuttosto un'alternativa allo scooter molto più ecologica.
Ancora meglio chi non ha bisogno di comprarla grazie ai servizi di car-sharing come quello di bee.it.


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